Per il paesaggio/il paesaggio per. Tecniche di racconto per il progetto.Strategie al tempo della crisi per abitare meglio sempre.
Con questa iniziativa congiunta fra Fondazione Fitzcarraldo e Politecnico di Torino (Dipradi) composta da una mostra e da un convengo (tenutosi il 10 dicembre 2010 a Torino – Castello del Valentino) su iniziativa ed apertura del Prof. Paolo Castelnovi, si è aperto un evento di riflessione intorno al nuovo ruolo che il concetto di paesaggio può rivestire nei progetti di attenzione al territorio. Un progetto che intende essere permanente attraverso il lancio della piattaforma di scambio e documentazione rappresentata dal sito http://www.landscapefor.eu/
Un tema intorno al quale il Parco del Po torinese è impegnato da tempo a partire dall’istituzione dell’Osservatorio del Paesaggio e che anche in questa occasione ha portato il proprio contributo con l’intervento del dr. Ippolito Ostellino sul tema Il paesaggio per lla gestione della qualità ambientale.
Leggiamo nel depliant di presentazione: “Ci proponiamo di soddisfare una delle domande di qualità della vita più trascurate del nostro tempo: il piacere di abitare. E’ una domanda che oggi non trova offerta, mentre in altre epoche è stata il motore dell’economia. Anche oggi può alimentare investimenti di energie ed intelligenza d’impresa da rivolgere ad obiettivi di qualità dell’abitare: dal benessere delle condizioni ambientali alla piacevolezza dello spazio pubblico, dal sentire nostro il panorama dalle finestre di casa alla curiosità per i territori che non sentiamo nostri. E’ un processo relativamente facile da innescare in territori che hanno enormi giacimenti di risorse paesistiche addormentate e società che hanno storicamente un gusto per abitare bene. In situazioni specifiche si verificano già processi che migliorano strutturalmente le condizioni economiche locali, la qualità dell’ambiente e della vita di tutti, che incidono sensibilmente sulla riduzione dei costi e sulla buona gestione della città. Per diffondere questa capacità è importante riscoprire il senso del paesaggio, che è presente nelle nostre culture, anche in questa società sempre più liquida e apparentemente poco interessata alla storia e al bene comune. Ma perchè la riscoperta sia collettiva, diffusa e ben vissuta bisogna dimostrare che il paesaggio serve, che ad usarlo bene ci sono vantaggi sensibili, non solo culturali ed astratti. Sono 20 anni che lavoriamo per il paesaggio, oggi, nella crisi, è ora di dimostrare che il paesaggio può lavorare per noi. Vogliamo spostare l’attenzione al paesaggio dagli studiosi agli operatori sul territorio, farci riconoscere non solo per l’intenzione conservativa ma piuttosto per un atteggiamento progettuale, di partecipazione alle dinamiche di trasformazione.
Considerare il paesaggio non come fine ma come strumento operativo è la proposta, rivolta soprattutto al mondo economico e dei gestori del territorio. Cerchiamo di individuare, sulla base di esperimenti e prove, non solo i criteri per ridurre gli impatti delle nuove trasformazioni, che comunque costituiscono un costo per l’operatore e per i cittadini, ma anche i criteri per produrre, con gli interventi di valorizzazione del paesaggio, positività economiche in termini di sviluppo locale, capacità di gestione e manutenzione ambientale, marketing territoriale e dei prodotti e più utili rendite differenziali urbane.
I relatori al convegno sono esponenti del mondo non accademico: Recep, (Rete degli enti locali per la convenzione europea del paesaggio), le associazioni degli imprenditori, i sindacati degli agricoltori, gli amministratori locali e regionali che gestiscono programmi di interesse socioculturale o economico avendo il paesaggio come ingrediente fondamentale.
L’intenzione è quella di organizzare, a partire da questo primo incontro, una rete di operatori di “Il paesaggio per”, appoggiata al sito http://www.landscapefor.eu/ per diffondere le iniziative e le imprese sul territorio orientate secondo questa proposta. Si tratta di un percorso nuovo e che ritengo importante segnalare e far conoscere anche nel mondo delle aree protette che penso hanno un gran bisogno di ridiscutere il loro ruolo sempre più in integrazione con i concetti del territorio e del paesaggio. Beninteso non per far scendere in secondo piano il tema Natura ma per garantirgli una maggiore capacità di essere considerato da tutti come un valore.