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Occorre ricordare la storia naturale della nostra specie, legata a questo pianeta, dove le leggi della natura governano il nostro futuro. Nei parchi sono leggi visibili, raccolte nelle culture stratificate del territorio. I parchi sono allora anche un fatto di cultura, che ritroviamo nel senso di chi abita un luogo, tradotto in paesaggio, e dove insieme alle dinamiche dell'abitare si muovono vita ed economia. Abbiamo bisogno di rinnovare allora il nostro modo di parlare di aree protette e di natura, con nuove visioni e un nuovo modo per comunicarle.

Granai della Memoria: un progetto per ragionare e lavorare intorno alle comunità e ai loro territori.

Oggi che vi sono difficoltà sul futuro ci si ritrova di certo nelle nostre memorie, che sono state il futuro di chi le ha costruite.

Intorno a questo filone di attenzioni presto verrà presentato un nuovo ed interessante progetto che viene dal crogiuolo di Pollenzo e di Slow Food: I Granai della Memoria.

Un portale che conterrà una enorme quantità di documenti sulla tradizione orale e che permette di rendere disponibile quella coltura e quel sentire dei luoghi che solo la narrazione vissuta e diretta dei protagonisti di un territorio sanno rendere e comunicare.

Un lavoro che i proff.ri Piercarlo Grimaldi e Davide Porporato stanno elaborando e presto sarà reso disponibile.

Un lavoro che è denso di spunti interessanti perchè guarda a sensibilità e questioni che trovo di grande importanza nel vivere quotidiano di oggi.

Nel bel testo “I ‘Granai della memoria’. Un Percorso didattico e di ricerca ” ( GRIMALDI PORPORATO) dei due ricercatori si legge:

“È ormai parte della coscienza collettiva che la memoria incessantemente generata, individualmente e collettivamente con il gesto e la parola, sia un patrimonio intangibile dell’umanità in via di disparizione [Leroi-Gourhan, 1977].

(….. una ricerca che) ….parte dal presupposto che la società del presente, che sta vivendo una difficile e oramai lunga crisi economica e di valori, debba costruire granai dove i saperi orali e gestuali possano trovare riparo dalle temperie del presente che vive e si nutre dell’oblio collettivo. Un progetto partecipe di un nuovo umanesimo che ponga l’uomo e i suoi valori al centro della società, soprattutto al cuore della comunità, luogo, piazza dove giornalmente la gente è parte attiva di una memoria condivisa che in quanto tale ri-pensa e ri-modella il futuro che costruisce e ri-costruisce identità. Nel contempo il progetto colloca e ri-colloca l’individuo anche al centro della comunità immateriale del presente che è costituita dalla rete digitale del mondo.

(……..)

In questo senso il difficile e periglioso percorso in atto che vede nel bene culturale della tradizione un patrimonio da raccogliere, archiviare e salvaguardare perché sotterrato ‘sotto l’alluvione dell’oblio’ del presente, come direbbe José Saramago [2006, p. 28], deve essere restituito all’uomo sperduto nella complessità, naufrago delle troppo navigate reti del mondo, quale bagaglio,viatico, indirizzo di senso generatore del ‘potere ricostruttivo della memoria’ [Saramago, 2006, p. 9].”

E’ anche scaricabile una presentazione del progetto da youtube a cura di Grimaldi.

Nello stesso alveo si collocano i materiali ed i lavori scaricabili dal sito degli ecomusei della Regione Piemonte che sul filone di ricerca indicato hanno prodotto l‘atlante delle feste popolari del piemonte, il cui esito è stato anche oggetto di una mostra e di un interessante volume “Il Teatro della Vita” dove altri notevoli spunti sono raccolti nei saggi pubblicati.

Pubblicato il da Ippolito Ostellino | Lascia un commento

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