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Occorre ricordare la storia naturale della nostra specie, legata a questo pianeta, dove le leggi della natura governano il nostro futuro. Nei parchi sono leggi visibili, raccolte nelle culture stratificate del territorio. I parchi sono allora anche un fatto di cultura, che ritroviamo nel senso di chi abita un luogo, tradotto in paesaggio, e dove insieme alle dinamiche dell'abitare si muovono vita ed economia. Abbiamo bisogno di rinnovare allora il nostro modo di parlare di aree protette e di natura, con nuove visioni e un nuovo modo per comunicarle.

La Corona Verde torinese: ottenere risultati partendo da piccole idee capaci di germinare e crescere.

Quando nel 1997 mi trovavo ad iniziare l’esperienza di gestire il Parco del Po torinese, alle Vallere a Moncalieri, di fronte ad una mappa dei parchi intorno a Torino, era stato automatico pensare che senza una alleanza fra queste aree ed un progetto che le unisse non tanto nei territori ma nel modo di dialogare fra di loro e con le aree intorno a loro, non si poteva cogliere tutte le opprtunità della loro esistenza, ed anche e soprattutto ottenere i risultati di tutela. Di li partii e chiesi un aiuto al dr. Longo, allora direttore in comando alla Mandria, che sottopose l’idea a una sua conoscente: la prof. Vera Comoli Mandracci. Non era una idea nuova quella di mettere e pensare insieme tutte queste aree protette: ma era nuovo il fatto di metterle insieme non solo su una carta o nei documenti preparatori del Piano regolatore di Torino, ma nel fare azioni governate da un ente territoriale come la Regione Piemonte. Forse per questo alcuni tecnici presero a cuore il progetto come Ermanno De Biaggi e Giulio Givone nel marzo 2000 la giunta regionale lo approvò come progetto per l’uso dei fondi europei (con 12,5 milioni di euro). Erano passati solo tre anni.

Oggi quando vedo l’attuale programma in corso e legato ai nuovi fondi strutturali 2007-2013 che è tradotto in riunioni incontri fra tecnici e comuni che interessano ben 90 amministrazioni, Regione, Provincia, ATL e tanti altri soggetti, non posso che sentire con soddisfazione un pensiero: si possono raggiungere certi risultati per migliorare il nostro ambiente e soprattutto il modo di lavorare.

Tante volte si sente un sentimento in giro di pessimismo e che bolla certi progetti come inutili o semplicemente troppo ambiziosi, pensando che tanto non porteranno da nessuna parte…… che sono troppo vasti, che tanto i risultati ottenuti non cambiano in realtà del tutto una situazione territoriale ….

E’ un po’ triste vedere come certi commenti non abbiano memoria: memoria del fatto che certi processi di scala metropolitana cambiano con archi di tempo di decenni, memoria del fatto che questo progetto nato da una piccola idea ha portato in 8 anni 22 milioni e mezzo di euro di investimenti e di risorse sull’area metropolitana, memoria del numero di persone che oggi parlano di Corona Verde, diffondendo un modo di vedere il territorio intorno a Torino.

Questi esempi sono concreti, e invece del pessimismo e dell’arte del sminuire, tutti dovremmo dare un contributo in positivo per far crescere le idee, che oggi 90 sindaci hanno sottoscritto con un Protocollo: una carta certo, ma anche un impegno che è un seme che dobbiamo solo bagnare e non lasciare colpevolmente seccare.

Pubblicato il da Ippolito Ostellino | Lascia un commento

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