Direttori o park manager?
Il Parlamento della Repubblica Italiana ha trovato il tempo, in questo scorcio di fine legislatura, di occuparsi dei direttori di parco. Sarebbe una bella notizia, se non fosse che è viziata dal fatto che il provvedimento di cui scriviamo, la proposta di legge n. 4240 b, e’ inserito in norme di tutt’altro genere! Al di la dell’importanza o meno della modifica legislativa in corso, quel che ci preme sottolineare è che si proceda a “spizzichi e bocconi” a modificare una ottima legge quale è la 394/91. Il tutto senza un adeguato dibattito politico e culturale.
Ovviamente non c’è la notizia perché è davvero difficile far capire alla gente cosa succede. In poche parole viene stretto il controllo politico sulle nomine dei direttori di parco, che tecnici sono e tali dovrebbero rimanere.
Si procede all’abolizione dell’elenco degli idonei alla professione di direttore di parco. Poiché chi scrive vi è incluso sin dalla sua prima edizione, posso dire con forza che non se ne sentirà la mancanza. L’elenco, infatti, è stato poco aggiornato e mal digerito, tanto che attualmente circa la metà dei direttori di parco sono dei “facenti funzione” non inclusi in quella lista di abilitati alla professione (moltissimi di loro di altissima competenza e capacità professionale).
Ovvio che si tratta di una illegittimità sin qui “sfuggita” ai più!
Ma tanto ora si cambia…
A legge approvata i presidenti dei parchi indicheranno tre nomi al ministro dell’ambiente che effettuerà la nomina.
Speriamo che la politica scelga ottimi presidenti che sappiano selezionare ottimi direttori!
Alcune importanti associazioni ambientaliste (WWF, FAI, LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura, Italia Nostra) non hanno condiviso la proposta di modifica di legge e hanno scritto ufficialmente contro la modifica in corso. Ma mi pare che il clima di fretta per i saldi di fine legislatura in corso facciano pensare che i giochi siano ormai fatti…
Resta il grave problema delle garanzie per l’esercizio di un ruolo così importante, quale quello del direttore di parco, che non dimentichiamolo rilascia le autorizzazioni per tutte le opere e le attività che nel parco si svolgono. E’ evidente che, magari solo psicologicamente, un tale delicato compito affidato a professionisti esterni alla pubblica amministrazione, con contratto a termine, e per giunta di nomina politica, garantiscano una minore oggettività di un dirigente pubblico assunto per concorso. Non si capisce, infatti, perché magistrati e poliziotti, militari e professori, medici e altri vari funzionari pubblici, debbano essere di carriera e di ruolo, mentre i direttori di parco siano considerati “assistenti presidenziali”. Se la scelta è quella di aiutare i presidenti a svolgere ancor meglio il loro lavoro, con una sorta di “park manager” (che già il Ministro Ronchi propose tanti anni fa), può essere anche una buon idea. Ma il Paese ha bisogno di garanzie certe che le licenze edilizie, le attività di selezione venatoria, le attività di pesca di selezione, i permessi per tagliare boschi o fare funivie o centraline idroelettriche o chissà cos’altro, nei parchi, almeno nei parchi (!), siano affidate solo ed esclusivamente a tecnici di provata capacità e lontani da possibili condizionamenti di ogni genere.
Come? Questa è la vera sfida del rinnovamento dell’Italia. I parchi hanno poco personale, non aggiornato per carenza di fondi. I parchi non hanno una scuola che formi e aggiorni il personale tecnico ed amministrativo, quello scientifico e di comunicazione, per non parlare degli amministratori…
Ai parlamentari giunga forte la preoccupazione di chi, ogni giorno, lavora in prima fila per la tutela del nostro straordinario patrimonio ambientale e culturale.
Al ministero dell’ambiente l’arduo compito di evitare la lottizzazione dei posti con gente incompetente o non motivata ed esperta di conservazione della natura, gestione delle aree naturali protetta, sviluppo compatibile con la mission istituzionale.
Siamo certi che il Ministro Clini, persona competente, e il bravo direttore generale Renato Grimaldi vorranno produrre delle linee di indirizzo ai parchi per esercitare la nuova scelta.
Noi crediamo che restino in vigore tutte le norme generali relative alla scelta di un dirigente, seppure esterno alla pubblica amministrazione, compresa la necessità di una selezione pubblica e della motivazione della scelta dei tre curricula individuati.
Speriamo che le persone competenti che in questi difficili ma entusiasmanti anni hanno fatto i direttori di parco non siano rottamati senza alcuna valutazione.
Sarebbe davvero una triste lapide per i 21 anni della legge quadro e per il tanto lavoro fatto da tutti coloro che ancora credono nel futuro…
buon compleanno parchi.