Parchi: quasi una veglia. Ecco perché serve un rilancio
Non potrà essere sfuggito neppure all’osservatore meno attento che da molti mesi a questa parte quando si parla dei parchi ricorrono sempre più titoli tipo: Parchi addio?, A rischio la sopravvivenza, I parchi chiuderanno, Aree protette agonizzanti, Sos parchi, Il 2011 sarà peggiore del 2010. Ma il campionario è assai più vario e va aggiunto che per alcuni come è noto è bene chiuderli tanto sono ‘enti inutili e costosi’. Più che alla vigilia delle feste natalizie sembra d’essere a quella dei morti.
Un clima che fa salutare il salvataggio di qualche finanziamento, sia pure pesantemente potato, come un successo. E lo è naturalmente, ma si tratta pur sempre di briciole, che non mettono assolutamente in sicurezza un soggetto istituzionale tra i più innovativi e qualificati per il governo del territorio e dell’ambiente, che rischia di essere smantellato dopo essere già stato seriamente penalizzato nel suo ruolo pianificatorio nel silenzio quasi generale.
Questo è il nodo, che non riguarda solo i parchi ma il ruolo complessivo del nostro sistema istituzionale, che deve decidere se vuole seguire l’europa, che dei parchi si avvale sempre più, o se preferisce metterli in cassa integrazione. Scelta politico–istituzionale, ed anche culturale alla luce anche di recenti incontri internazionali sui temi ambientali nei quali certo noi non brilliamo.
L’ assemblea dei parchi aderenti a Federparchi tenutasi a Milano doveva fare i conti con questo scenario poco allegro, di cui deve rispondere innanzi tutto il governo, che però ha disertato l’appuntamento. Non lo fa con i comuni e le province, ma con i parchi che stanno andando a rotoli per colpa sua si. Assente quindi il governo, presente l’assessore regionale della Lombardia, assenti ci sembra l’ANCI e l’UPI che pure sui parchi ha posizioni fasulle stranamente ignorate.
Sulla stampa alla assemblea non mi pare sia stato dedicato spazio e rilievo, ma va aggiunto che non è facile capire e sapere quali proposte sono state messe a punto dai parchi e cosa si sta facendo per discuterle con il governo, le regioni, gli enti locali, che sono i maggiori e diretti interlocutori dei parchi, che sono un soggetto espressione di questa realtà istituzionale.
Avvertiamo insomma una crescente difficoltà da parte dei rappresentanti dei parchi prima ancora che a far valere le proprie ragioni e mettere sul tavolo e far conoscere idee, proposte per uscire dalla stretta a andare a quel ‘rilancio dei parchi’ di cui abbiamo cominciato a discutere in San Rossore.
Vorrei concludere con un piccolo esempio. Il sito Parks.it ha reso noto il successo del nuovo sito del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano che non è il solo a distinguersi nel panorama nazionale. Perché Federparchi, a differenza dell’ANCI, dell’UPI, dell’UNCEM, non ne ha uno dove si possano conoscere proposte e documenti?
Mi piace la tua proposta di un sito di Federparchi consultabile, che c’è, ma non è interattivo.
E’ vero ma intervenendo come tu hai fatto possiamo pur sempre attivare altri interventi e replicare.
Meglio che niente
Renzo Moschini