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Aree protette: una conquista di civiltà, un indice di progresso, una grande risorsa per il futuro.
Occorre ricordarlo.

IL RILANCIO DEI PARCHI COMINCIA DA TOSCANA E LIGURIA MA NON SI FERMA QUI

Grande partecipazione alla prima assemblea del Gruppo di San Rossore a Firenze per discutere di aree protette.
Gli assessori all’Ambiente Briano e Bramerini uniti nella sfida per rivalorizzare i parchi, bene comune e valore aggiunto del Paese.

Una sala straripante e partecipe ha seguito lunedì 28 febbraio a Firenze la prima assemblea nazionale per il “rilancio dei parchi” promossa dal Gruppo di San Rossore e patrocinata dalla Regione Toscana. Molti le questioni trattate da chi, tra amministratori, direttori, tecnici ed esperti di parchi, ha partecipato al dibattito: dai tagli ai finanziamenti alla possibilità o meno di rimettere mano alla legge 394, dalla necessità di un maggior coinvolgimento di tutte le amministrazioni, dalle Regioni ai Comuni, e dei cittadini, all’importanza di inquadrare i parchi in un’ottica internazionale, dal concetto di “paesaggio”, rubato ai parchi con il codice dei beni culturali, all’autofinanziamento. Il concetto di fondo è stato comunque chiaro a tutti “i parchi sono un bene comune, un valore in termini di biodiversità ma anche in termini economici”.
“L’incontro di oggi – ha detto Renzo Moschini – è solo un punto di partenza per discutere della necessità di un vero rilancio delle aree protette in questo momento di grave crisi internazionale, in cui in Italia si è addirittura messa in discussione la loro esistenza, con l’impegno di tutte le istituzioni, a cominciare da Governo e Parlamento, perché i parchi rappresentano il nodo cruciale per le politiche dei territori e l’aggregazione di enti e interessi locali”.

Concordi Annarita Bramerini e Renata Briano, rispettivamente assessore all’Ambiente della Regione Toscana e della Regione Liguria, che vantano tra le loro aree protette molti casi di eccellenze ed esempi di buone pratiche ma che si sono subito dovute scontrare con i tagli della finanziaria e la crisi culturale che ha messo in dubbio il ruolo stesso dei parchi.
“Non abbiamo affrontato questa situazione piangendoci addosso – ha detto Briano – ma come una sfida per trovare nuove modalità di gestione, puntando sul ruolo dei parchi come rappresentanti e interpreti di territori, coloro che possono mettere a sistema Comuni, Province e Regione. Così come oggi sanciamo questa sinergia con la Toscana, allo stesso modo è importante coordinarci con le altre Regioni e fare rete e azioni congiunte per ottimizzare le risorse ed essere politicamente più forti”.
“Da parte della Regione Toscana – ha detto Bramerini – c’è una forte volontà di stare a questo tavolo, partecipando e discutendo con un approccio costruttivo ma è importante che non si corra il rischio dell’autoreferenzialità. Bisogna, invece, fare massa critica, individuare i punti su cui lavorare per un coinvolgimento più ampio, fare una riflessione con le altre Regioni, con l’ANCI e tutti gli Enti locali e una rivisitazione delle politiche e delle questioni legate ai parchi e al paesaggio, il tutto con una doppia attenzione, nazionale e internazionale”.

“Bisogna riposizionare i parchi – ha detto Enzo Valbonesi dirigente dell’Ufficio Parchi della Regione Emilia Romagna, in rappresentanza dell’assessore all’ambiente Sabrina Freda – in uno schema più ampio, in un contesto e panorama europeo e non dimenticare strumenti importanti quali la Rete Natura 2000, la Carta della Natura e la Strategia nazionale per la biodiversità. Per raggiungere questo obiettivo servono dati oggettivi, obiettivi, indicatori e interlocutori precisi, inquadrati in un’idea di sistema. È necessario trovare qualcosa che parta dal centro, dal cuore dei parchi, ma cresca dal basso, coinvolgendo i cittadini, come le “associazioni degli amici dei parchi”, perché se i cittadini non lo chiederanno le istituzioni non faranno niente per rilanciare i parchi”.

Al dibattito, coordinato da Carlo Albero Graziani dell’Università di Siena, hanno partecipato anche Dario Franchello coordinatore dei parchi della Liguria e presidente del Parco del Beigua, Fausto Giovannelli, Presidente del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, Gianpiero Sammuri presidente di Federparchi, Ippolito Ostellino direttore del Parco del Po Torinese, Roberto Saini commissario del Parco piemontese di Stupinigi, Roberto Gambino professore del politecnico di Torino, Agostino Agostinelli, Presidente del parco dell’Adda nord, Giuseppe Nardini presidente del Parco delle Alpi Apuane, Gianluigi Ceruti relatore sulla legge quadro dei parchi, Elio Tompetrini presidente dell’associazione 394, Franca Zanichelli direttore del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, Giuseppe Rossi presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Bernardino Romano professore Università dell’Aquila e Roberta Emili del Parco dei Sibillini.

Nel frattempo le adesioni al gruppo di San Rossore hanno superato quota 760. “L’essere riusciti – ha detto Moschini – a coinvolgere quanto di meglio negli anni ha prodotto il mondo dei parchi e della ricerca più qualificata su questi temi ambientali, è un risultato molto importante perché lo libera da ogni connotazione politica ma anche associativa di parte legittima ma anche limitativa. Ora qualsiasi iniziativa futura che promuoveremo dovrà mantenere una connotazione nazionale e gli impegni assunti dagli assessori Bramerini e Briano non potranno che risultare di aiuto e di stimolo in altri ambiti interregionali, al nord come al sud”.

Pubblicato il da Renzo Moschini | Lascia un commento

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