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Occorre ricordare la storia naturale della nostra specie, legata a questo pianeta, dove le leggi della natura governano il nostro futuro. Nei parchi sono leggi visibili, raccolte nelle culture stratificate del territorio. I parchi sono allora anche un fatto di cultura, che ritroviamo nel senso di chi abita un luogo, tradotto in paesaggio, e dove insieme alle dinamiche dell'abitare si muovono vita ed economia. Abbiamo bisogno di rinnovare allora il nostro modo di parlare di aree protette e di natura, con nuove visioni e un nuovo modo per comunicarle.

La qualità dell’industria e la qualità del paesaggio o del territorio. Troviamo una intesa? Alcune interessanti spunti e proposte lanciate da Greennews.info

Sentiamo solo parlare di difficoltà, e di rischiare di cadere nel baratro Greco o Irlandese. Ma alcune voci ci raccontano di altre esperienze, di altre speranze, ed è il caso di segnalarle e di rifletterci. Come le notizie delle conferenze di Nemat Shafik che propne la formula “Natura più tecnologia più regolamentazione uguale prosperità” oppure come l’interessante spunto che il portale Greenews ci consiglia con il resoconto sul The Renaissance Link, un’associazione che accoglie professionisti o ricercatori di varie discipline uniti dalla stessa visione del mondo e del modo di fare impresa. Dalle loro ricerche è nato un libro (“Il talento dell’impresa. L’impronta rinascimentale in dieci aziende italiane”, fotografie di Martino Lombezzi, Nomos Edizioni).

E’ interessante leggere il loro manifesto dove fra il resto al punto 3 ci dice “Puntare sull’alleanza tra progetto imprenditoriale, qualità territoriale e talento artistico. Ridefinire l’impresa come elemento strutturale per costruire un nuovo modello sociale, un territorio vivo, una visione politica.”

Oltre alla necessità di poter accedere e costruire regole pubbliche efficienti, è a queste energie sane private che dobbiamo saper guardare per poter mettere insieme un progetto di territorio di qualità. Senza una reale adesione di tutti ad un territorio ed a un paesaggio di qualità come possiamo pensare di cambiare le cose? Come possiamo immaginare di poter tranquillamente non accettare proposte sminuenti, come quelle di coprire un intero parcheggio di un centro commerciale con una tettoia di erba per dire che abbiamo dato retta al paesaggio ed ai temi ecologici?

L’adesione culturale delle imprese ad un progetto di qualità deve partire da loro e nel loro operare vivere, proponendo che la loro capacità di progettare sia attenta a questi valori. Anche l’iniziativa di ecommerce proposta sempre da greenews è su questa linea di pensiero: leggiamo infatti fra i principi di adesione al portale www.greencommerce.it che il “Comitato di Selezione”, che individua le aziende attraverso un monitoraggio sul territorio nazionale, valuta i seguenti aspetti: Utilizzo di energie rinnovabili, Risparmio energetico , Edilizia sostenibile, Certificazioni , Materie prime , Gestione e prevenzione dei rifiuti , Mobilità aziendale , Logistica e organizzazione , Integrazione nel paesaggio , Produzioni locali e quindi anche la capacità di operare per una integrazione nel paesaggio del sistema aziendale.

Un pensiero per mettere in rete e valorizzare queste esperienze sarebbe utile proporlo. Perchè non pensare ad una rete delle aziende che con il loro operare sostengano e valorizzino, ad esempio, il territorio a partire dai contesti alle aree naturali portette: territori e paesaggi di qualità per eccellenza?

Pubblicato il da Ippolito Ostellino | Lascia un commento

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