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Aree protette: una conquista di civiltà, un indice di progresso, una grande risorsa per il futuro.
Occorre ricordarlo.

Il Rapporto di Italia Nostra sulla pianificazione paesaggistica: spariti i parchi?

Curato da Vezio de Lucia e Maria Pia Guermandi il rapporto di Italia Nostra presentato su Eddyburg offre una spaccato aggiornato sulla stato dell’arte nazionale e nelle varie regioni per quanto riguarda la pianificazione paesaggistica prima e dopo il nuovo Codice dei beni culturali.

Il quadro che ne scaturisce -e non è certo una sorpresa- è quanto mai allarmante a partire dal ministero e dalla situazione delle sopraintendenze scendendo giù giù per li rami regionali. Mi ha colpito che in questa ampia e documentata disamina  non si faccia mai alcun riferimento né quando si parla della situazione nazionale né quando si passa a quelle regionali, ai parchi e alle aree protette.

Eppure il nuovo codice ha  sottratto ai piani dei parchi proprio il paesaggio. Una decisione improvvida, per altro non accompagnata da alcuna motivazione o giustificazione che desse conto in qualche modo di quel che era avvenuto a partire dalla legge 394 del 91, ma già da prima con l’esperienza significativa di importanti parchi regionali che Vezio de Lucia ben conosce. Avevano così demeritato nel panorama nazionale perché venisse loro tolta questa competenza, e proprio all’indomani della firma della Convenzione europea?

Che al ministero dei beni culturali dei parchi non gliene fosse mai importato granchè è cosa nota, visto l’assoluto disinteresse mostrato già in passato anche nelle Conferenza nazionali sul paesaggio.

Ma davvero, mentre giustamente si denunciano i ritardi e non solo nazionali, e si parla di ‘copianificazione’ che  resta per tanti versi un mistero, su quel che hanno fatto i parchi non c’è nulla da dire?

Quando ho letto delle situazioni del Piemonte come della Toscana o del Trentino-Alto Adige mi sono chiesto come si possa parlare di politiche di pianificazione del paesaggio ignorando  i parchi a cui si deve senz’altro  – tanto per citare un evento recente- il riconoscimento UNESCO per le Dolomiti.

E qui va detto che anche il timore, che il nuovo titolo V che De Lucia considera infelice e altri  addirittura sciagurato, non c’entra molto perché –specie dinanzi all’offensiva in atto contro i parchi-  si tratta di decidere se i parchi servono o no, anche al paesaggio. Gli omissis non giovano a nessuno.

Pubblicato il da Renzo Moschini | Lascia un commento

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