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Aree protette: una conquista di civiltà, un indice di progresso, una grande risorsa per il futuro.
Occorre ricordarlo.

Ambiente e beni comuni dopo la sentenza della Consulta

Ci si è chiesti in particolare da parte di Vittorio Emiliani Presidente del Comitato per la Bellezza se sulle questioni ambientali e relative tematiche culturali specie dopo la sentenza della Consulta sui referendum non si sia affetti da ‘appellite’ acuta tanti sono ormai gli Appelli, i Manifesti, le Petizioni rivolte al Presidente della Repubblica, ai Ministri e Ministeri. In effetti le denunce , le proteste, le iniziative anche in piazza hanno assunto una dimensione e un rilievo nazionale non più riconducibile unicamente e neppure prevalentemente a quella scala locale dei ‘campanili’ più sensibile da tempo alle implicazioni e conseguenze di interventi troppo a ridosso del proprio giardino.

Non è una novità di poco conto perché come abbiamo visto anche negli ultimi mesi le grandi questioni ambientali rese peraltro più acute e gravi dalla crisi economico-finanziaria planetaria ritrovano non soltanto una dimensione complessiva superando le troppe e dispersive frantumazioni settoriali ma anche e finalmente un segno istituzionale e di governo che era andato via offuscandosi a fronte della crescente confusione dei ruoli istituzionali e di governo del territorio.

Potremmo dire che finalmente si riparte su basi meno genericamente protestatarie e più concretamente propositive su un terreno nuovo anche per le istituzioni e le rappresentanze politiche che devono –gli piaccia a no- dimostrare di avere inteso il messaggio.

Un messaggio che a 10 anni dal nuovo titolo V della Costituzione reclama e rivendica risposte finora mancate che hanno ulteriormente aggravato la situazione del nostro patrimonio paesaggistico, artistico, naturale sempre più esposto alla cementificazione, all’abusivismo, ai disastri.

Si gioca qui una sfida nazionale e comunitaria nella quale il nostro paese deve ‘riappropriarsi’ culturalmente e istituzionalmente dei beni comuni e pubblici alla cui gestione  vogliono concorrere anche   quei movimenti, associazioni che da tempo sanno guardare oltre il localismo campanilistico.

Non è una novità da poco perché anche iniziative –penso al Gruppo di San Rossore per il rilancio dei parchi- che aveva preso le mosse principalmente dallo stato di crisi dei parchi e delle aree protette si immediatamente ‘esteso’ –diciamo così- a quel complesso di questioni che ho prima richiamato. Infatti l’appuntamento nazionale fissato in San Rossore per il 21 settembre avrà come tema i parchi, il suolo,il paesaggio. E anche le già numerose e autorevoli adesioni da Vezio De Lucia a Pierluigi Cervellati, dall’assessore Marson della regione Toscana a Roberto Gambino del Politecnico di Torino, da Sandro Pignatti dell’Accademia dei Lincei a Stefano Rodotà, dallo storico Luigi Piccioni all’istituzionalista Carlo Desideri. E con loro presidenti e direttori di parco, esperti dei bacini idrografici, del CAI, di Legambiente, del WWF e giornalisti.

 

Pubblicato il da Renzo Moschini | Lascia un commento

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