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Aree protette: una conquista di civiltà, un indice di progresso, una grande risorsa per il futuro.
Occorre ricordarlo.

Il Ruolo del Gruppo San Rossore

Cari amici,

ho preferito far passare la riunione del 6 dicembre al Parco di San Rossore dove abbiamo discusso alcune importanti ipotesi di lavoro con alcuni soggetti istituzionali e culturali, per fare qualche riflessione sul ruolo del Gruppo ora che abbiamo formalmente adempiuto a tutti (o quasi) gli obblighi per costituirci in associazione culturale e iniziato a raccogliere le adesioni dei soci che mi auguro numerose.

Il passaggio di “categoria” pone naturalmente dei problemi di presenza e di iniziativa a partire ovviamente dalle adesioni che dovranno  assicurarci anche l’indispensabile sostegno alle cose da fare.

Considero, specie dopo gli ultimi due incontri di settembre a Pisa, sufficientemente chiarito che il nostro orizzonte è quello efficacemente riassunto nei tre Per; il Rilancio dei parchi, la sicurezza del suolo, la tutela del paesaggio. E questi saranno anche i temi a cui dedicheremo le nostre iniziative culturali a partire dal Festival dell’Ambiente deciso nell’incontro del 6 dicembre di cui parleremo poi più specificamente.

La non settorialità è dunque il primo e più peculiare  tratto del gruppo che lo distingue anche  da molte   importanti e qualificate presenze storiche e più recenti  che operano privilegiando aspetti più specifici; il paesaggio, i beni culturali, la biodiversità, le aree protette. L’altro tratto è che a differenza della maggior parte dei 20000 30000 comitati di cui si parla noi operiamo -o abbiamo almeno l’ambizione- di muoverci sul piano nazionale, ricercando naturalmente tutte le occasioni per collegarci anche a quel che si muove in ambiti locali, regionali e  nazionali. Dato questo orizzonte viene da se che noi dobbiamo muoverci a 360 gradi anche nei confronti delle istituzioni a partire da quelle locali per giungere a quelle nazionali e possibilmente anche comunitarie.

Ci vuol poco a capire quanto tutto questo sia ambizioso, complesso e difficile, ma questo è il campo di gioco che ci siamo scelti ed è anche per questo che ci siamo costituiti in onlus. Ne consegue che la presenza e l’iniziativa culturale nostra deve fare i conti sempre con la politica e le istituzioni specie quando faticano -e non poco- a tenere in agenda i problemi ambientali dal suolo, al paesaggio, alla natura. Un terreno scabroso, spesso minato in cui è facile suscitare diffidenze  come ci è già accaduto, ma destinate a lasciare il tempo che trovano dinanzi alla gravità di una situazione che non consente di defilarsi se non a prezzo di brutte figure come è accaduto e accade anche in ambiti nei quali molti di noi hanno avuto un ruolo e responsabilità sia associative che istituzionali.

Uno degli aspetti più delicati riguarda il governo delle politiche ambientali riconducibili ai tre per che ho ricordato e che affrontammo nell’incontro del 21 settembre. Se già sul cosa fare restano enormi problemi specie dopo le recenti alluvioni e non solo, ce ne sono anche e di non meno controversi sul  chi deve farlo. Tanto è vero che proprio nel momento in cui risaltano i ritardi nazionali nelle politiche anche in ordine al titolo V si assiste ad una rilancio centralistico volto a penalizzare regioni ed enti locali, dopo le tante chiacchiere sul federalismo.

Questo implica che ognuno di noi nelle realtà dove opera deve riuscire e diciamo così ad approfittare di situazioni nelle quali noi possiamo svolgere un ruolo. In Toscana la vicenda della Tenuta di San Rossore, per fare un esempio, ci sta vedendo impegnati nel dibattito sia sulla stampa che nelle istituzioni. Ritengo che situazioni affini –purtroppo- non manchino in nessuna regione.

All’inizio del nuovo anno penso che dovremo fare una prima riunione del nuovo direttivo sia per fare una bilancio delle adesioni e soprattutto mettere a punto impegni specie in rapporto alle conclusioni della riunione del 6 dicembre.

Nell’incontro abbiamo, infatti, convenuto di non puntare su un Festival annuale molto impegnativo e oneroso che non è detto che possa poi garantire presenze significative. Ci sembra preferibile articolare la nostra iniziativa lavorando, ad esempio, con l’Istituto Leonardo che aggrega vari dipartimenti universitari, enti locali e parchi e la Scuola Sant’Anna sui temi della gestione sostenibile del territorio e del mare, che comprende la tutela del paesaggio, la gestione delle infrastrutture verdi, la quantificazione ed il mantenimento dei servizi ecosistemici. Per quanto riguarda il tema dei parchi e delle aree protette, tutti insieme, dovremmo contribuire a far assolvere al Centro Sudi Valerio Giacomini, che dispone peraltro di una bella sede alla Giraffa e un discreta biblioteca, una funzione che finora è mancata. Altro punto di riferimento sui problemi delle aree protette marino-terrestri e il santuario dei cetacei e dell’UNESCO pensiamo possa svolgerlo il parco delle 5 Terre. Dovremo inoltre assicurare una nostra più qualifica presenza con la Collana editoriale sulla aree naturali protette dell’ETS a Pisa Book Festival. Infine con slow-food dovremo raccordarci con due iniziative interessanti già presenti sul territorio del parco.

Vi raccomando di impegnarvi per raccogliere nuove adesioni al Gruppo.

Pubblicato il da Renzo Moschini | Lascia un commento

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